Se pur apro la giornata
nell'onda lunga di una stanchezza
che m'incupisce e mi trattiene
ad osservar me stesso soltanto
pure mentre percorro il giorno
chiedendo come riesco -
grazia che mi sollevi il cuore
come filo di vento sottile
mi passa per un attimo nel sangue
la certezza che la pace
è in una appartenenza,
soltanto.
Appartenere di semplice cuore,
alla compagnia trovata sul percorso
quando niente veramente,
niente ancora si cercava.
Compagnia di persone
che cercano Te,
che su Te appoggiano
ogni domanda di vera pace,
e l'appagamento dell'inesausto
umano desiderio.
Divaga in universi di sterile freddo la mente
se appena il cuore non appartiene,
se non appoggia il fardello
- sì grave a portar da sè -
del proprio limite
su una appartenenza viva,
che accoglie
che redime.
(E la casa degli amici
ha la porta sempre aperta...)