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Branduardi II


  Riflessioni in liberta', a margine dell'acquisto del CD “Alla Fiera dell’Est”.


Vi sono persone, artisti, musicisti... verso i quali mi pare che i conti non tornino.

Voglio dire, tra me e loro. Nel senso, che mi trovo di gran lunga in debito. I soldi che posso aver speso per acquistare un CD: non sono nulla in confronto alle emozioni, alla percezione di bellezza, di armonia, che quel CD mi ha potuto dare, e che ancora mi da' le volte che lo ascolto. Roba che se dovessi incontrare di persona uno di loro, non dovrei (solo) dire “ciao”, ma “cosa posso fare per te? Cosa ti serve?”. Difatti, mi ha dato cosi' di più, così tanto di più (senza conoscermi punto) che devo trovare qualcosa per ripagare, in qualche modo. Non avete mai provato questi sentimenti?

Uno di questi musicisti di oggi, è Angelo Branduardi (un altro potrebbe essere Mike Oldfield). Il mio primo disco di canzoni acquistato in assoluto nella mia vita, lo ricordo con chiarezza, e' stato il suo “Alla fiera dell'est”. Il suo terzo disco, annata 1977. Poi ho preso subito “La luna”, su cassetta, e poi dopo lunga ricerca ho trovato con grande gioia anche il primo “Angelo Branduardi”, sempre su audiocassetta. E poi...

Ricordo che facevo la terza media. Praticamente, l'eta' che ha adesso Claudia, la mia figlia più grande. Era tanto che non lo ascoltavo più... come succede, la tecnica è bella ma ti frega, a volte. Un bel giorno ti trovi con una pila di bei dischi in vinile... e il giradischi ormai smontato, oppure dovresti farlo riparare ma... c'e' il CD... insomma, rimane a prender polvere. E i dischi rimangono li', pure loro. Pensare che c'e' gia' chi in vita sua non ha mai messo la puntina sul solco iniziale di un bel Long Playing... quegli scricchiolini introduttivi, mentre gia' pregustavi l'ascolto... e poi i solchi di un nero lucido che separavano le canzoni: gia' alla prima occhiata capivi qualcosa del disco – se c'erano una o due canzoni belle lunghe, di solito era buon segno – non era troppo “commerciale”, insomma c'era della sostanza... Ora che ti vuoi capire guardando un CD? Ti riflette il tuo faccione in un arcobaleno multicolore e basta, in caso la luce sia quella giusta. E poi ci ha questa cosa quasi “inumana” del digitale.. o funziona perfetto o non funziona per nulla, e lo butti... non c'e' piu' la via di mezzo, del disco pieno di scricchiolini, ascoltato tante tante volte...

Vabbe' dicevo, facevo la terza media. “Tanti anni fa...”. E oggi non ci pensavo per nulla, e stavo in un grande magazzino, con due dei miei figli, cercando l'olio di marca a prezzo basso. Mi sono avvicinato per curiosita' ad un settore dove c'era un mucchio di CD e DVD a prezzi stracciati... tanto non si trova mai nulla... e invece raspando un attimo, sbuca fuori questo...”Alla fiera dell'est”, ad una manciatina di euro. Beh, non potevo mica lasciarlo li', no?

L'ho sentito la sera, dopo cena. E mi sono riemozionato. Il mio primo disco acquistato... e ancora mi piace. Tanto. Alcuni pezzi sono strabilianti, mi lasciano ancora senza fiato. Di altri apprezzo moltissimo la musica, meno il testo, che mi pare amaro, non sempre lo condivido (come ne "La Serie dei Numeri", chiusa nella "negazione" malgrado la musica accattivante, ma invece già "Il Funerale" sembra finalmente - e a mio avviso ragionevolmente - aprire più speranza): ma questo non diminuisce la bellezza del disco. E la bella musica non svanisce in una stagione...

E di me che dovrei dire? Sono cresciuto, ho un lavoro, ho una famiglia e dei figli. All'acquisto del vinile invece ero un adolescente che si affacciava a cercare di capire il mondo e la sua strada in esso... Eppure non sono cambiato cosi' tanto, evidentemente. Certe corde risuonano come allora... questa pacificante percezione di bellezza...

Insomma, pochi pochi euro per tutto questo? E vogliamo dire che non mi devo sentire in debito...?


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    Author: Marco Castellani   Version: 1.0   Last Edited By: Marco Castellani   Modified: 26 Jun 2007


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